
Immagino
abbiate presente quanto e più di me cosa si intenda per “steampunk”.
In un'ambientazione storica, solitamente vittoriana, si immagina uno
sviluppo tecnologico assurdamente evoluto e a mio dire coreografico,
e ci si destreggia nell'immaginare in che modo scienza e storia
interagiscono in dato contesto. Arti meccanici e cappelli a cilindro,
diciamo.
Ecco,
questo è un libro steampunk, genere di cui sono colpevolmente
ignorante. Ma passiamo alla trama.
Siamo
nel 1890 e c'è Victor von Frankenstein che, col suo fidato
assistente Jack, uno schizofrenico che si trasforma in serial killer
quando indossa una maschera da pipistrello, depreda antichi cadaveri
per riportarne in vita i proprietari. E riporta in vita Da Vinci,
così come ha riportato in vita Cleopatra, per farne i suoi
collaboratori per un piano più ampio. E già qui potrei aver detto
abbastanza.
Ma
no, c'è Eudora, espertissima cacciatrice di Sua Maestà, che ha un
conto in sospeso con Frankenstein e che è incaricata di catturarlo.
E
poi c'è Kentigern, rampollo di un ramo cadetto della famiglia
Gordon, nobiltà scozzese, che vorrebbe studiare archeologia e
dimostrare che i micenei erano vichinghi, e invece l'ostinato padre
obbliga a studiare ingegneria per poter ridare lustro al nome della
famiglia, poiché l'archeologia è una scienza nuova e ancora poco
rispettata, mentre l'ingegneria è una materia “vera”.
E
c'è una spedizione archeologica capitanata da Sir Loftus, e in
qualche modo, per ovvi motivi che non sto a spiegare, la storia si
ripiegherà lì, con tutti i suoi personaggi. E tralasciando le
trovate scientifico-meccaniche, che ce ne sono certe di veramente
ganze, e tralasciando l'ambientazione vittoriano-steampunk che rende
davvero bene, i personaggi sono la parte migliore del libro. Un po'
perché hanno tutti un loro senso, sono ben caratterizzati, sono
coerenti con se stessi. Da Frankenstein a Eudora, da Jack a
Kentigern. Perfino da Leonardo a Cleopatra. Ma non è “solo”
questo, è che alcuni di loro sono personaggi con cui è fantastico
intrattenersi letterariamente, perché sono estremamente interessanti
e non vedi l'ora di vederli fare qualsiasi cosa, riuscirebbero a
entusiasmarti anche quando vanno, chessò, a prendersi un gelato, o a
comprarsi un cappello. Sono ganzi, e non semplicemente per fare
simpatia o in modo strumentale alla trama. Sono ganzi e basta. Sto
togliendo spazio alla storia, me ne rendo conto, ma giuro che è una
storia davvero ben congegnata, che si prende sul serio. E ci sono
degli interrogativi gestiti alla perfezione, con un paio di piste
sbagliate che si prendono alla leggera, e poi PEM.
Non
posso fare a meno di consigliarlo violentemente. Di brutto.
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