venerdì 9 settembre 2016

Due parole su Stranger Things

Netflix è approdato in Italia da neanche un anno, e già le sue serie originali sono diventate una garanzia. Da Orange is the new black al nuovissimo The Get Down, passando per le serie animate con alto tasso di nichilismo quali Archer e Bojack Horseman.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di Stranger Things. Una nuova serie che però è anche vecchia, e infatti molti si sono chiesti se si trattasse di un recupero, di un reboot o di una serie nuova.
Ideata da Matt e Ross Duffer, Stranger Things è una serie di otto episodi – rinnovata per una seconda stagione – ambientata nell'Indiana degli anni '80, tra la fantascienza e l'horror, che narra le vicende di un gruppo di persone impegnate nella ricerca di un bambino scomparso. I suoi amici e compagni di D&D, la madre, il fratello, un poliziotto solerte, la sorella dell'amico che si unisce alla quest per altri motivi.
Di Stranger Things si è scritto e detto troppo perché si possa aggiungere qualcosa. Ci sono un sacco di ragioni per lodarla e altrettante per guardarla. Senza stare troppo a girarci intorno, ne elencherò brevemente alcune.
  1. Dipinge perfettamente gli anni '80, senza ostentarne i simboli ma integrandoli nell'ambientazione.
  2. I personaggi appaiono inizialmente come stereotipi tipici dei prodotti mediali degli anni '80 e acquistano spessore con l'avanzare delle puntate. Il bulletto non è un bulletto, la secchiona non è una secchiona, gli sfigatelli non sono sfigatelli, i pazzi non sono pazzi.
  3. Non tutti i personaggi principali devono piacerti, tutt'altro. Nancy, la sorella maggiore del protagonista, sembra costruita appositamente per toglierti dei gran ceffoni dalle mani.
  4. La colonna sonora che comprende The Clash e The Smiths.
  5. Il racconto non si esaurisce nella missione da compiere e nello svelamento del mistero. Le vite dei personaggi sono importanti, le questioni pratiche superabili ma contemplate come problemi.
  6. Il professore di scienze che funge da Google – e un po' deus ex machina, ma ce lo facciamo andare bene.
  7. Joyce Byers, interpretata da Winona Ryder.
  8. I rapporti tra i personaggi che non sono mai in secondo piano.
  9. Il finale, secondo me perfetto sotto ogni punto di vista. Né troppo tragico, né troppo piacione, con quell'ultimo tocco che è sia plausibile conclusione che omaggio ai cliché degli horror anni '80. If you know what I mean.

Stranger Things è da guardare. Ma è probabile che questo post arrivi con inusitato ritardo.

2 commenti:

  1. I pareri su Stranger Things non sono mai troppe. Abbiamo apprezzato praticamente le stesse cose! Pensa che anch'io qualche giorno fa ho scritto un post a riguardo, se ti interessa lo trovi sul mio blog www.thehatequeen.blogspot.it

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