giovedì 14 aprile 2016

What we do in the shadows


Il cinema non è, e non è mai stato, tra le mie passioni. Sottolineo con questa premessa la totale assenza di tecnicismi e valutazioni in merito ad aspetti quali montaggio o fotografia. Non amo il cinema, conseguentemente non lo conosco.
In compenso, adoro la figura del vampiro più o meno da sempre. Anzi, più specificamente da quando ho preso in mano per la prima volta Intervista col Vampiro di Anne Rice, più o meno in seconda media. Più si amano i vampiri, oserei dire, e più si è sofferto nel periodo post-Twilight che li ha ridotti a macchiette pseudo-romantiche e over-sessualizzate.
Rimane il fatto che il vampiro è una figura facile da prendere in giro; per il proprio fascino e il proprio ruolo tuttora inattaccabile ai vertici dell'immaginario collettivo gotico-orrorifico, il vampiro presta il fianco a innumerevoli sberleffi.
Nella narrativa contemporanea, che ama fondere ciò che è antico e temibile con ciò che è odierno e frivolo, il vampiro è il sunto di tutto ciò che si può ridicolizzare. Anacronistico, spesso raffinato, troppo crudele o in alternativa troppo sensibile, discendente dal paranormale ma immerso nel mondo reale.
Ora, What we do in the shadows del 2014 di Taika Waititi e Jemaine Clement, un mockumentary in co-produzione tra USA e Nuova Zelanda. Una pellicola di cui non avevo mai sentito parlare finché Aislinn non ne ha chiacchierato sul suo blog, qui.
Molto probabilmente la migliore commedia sui vampiri che io abbia visto finora.
In Nuova Zelanda vive una congrega di quattro vampiri, ognuno proveniente da un periodo storico diverso. Viago è stato un dandy Settecentesco, Vladislav un impalatore medievale, Deacon è un “ragazzino” di appena 180 anni. Al piano di sotto Petyr, una forma incartapecorita che ricorda Nosferatu ha ben 8000 anni.
La scelta di ammassare insieme ben quattro vampiri in luogo di uno soltanto offre la ghiotta possibilità di ridicolizzare tutti gli stereotipi più conosciuti riguardanti i vampiri e non uno soltanto. Il vampiro raffinato, il vampiro violento, il vampiro giovane e ribelle e il vampiro... beh, Petyr.
È esilarante il modo in cui interagiscono tra loro, interagiscono col mondo e interagiscono col fatto stesso di essere vampiri. Il loro prendersi sul serio, gonfiando il petto e svolazzando davanti alle telecamere, per poi litigare per i lavori di casa. Il rapporto coi licantropi poi è meraviglioso. I migliori licantropi di sempre.
What we do in the shadows va visto, punto. Che i vampiri si odino o si amino, è una meraviglia di rara comicità e di inaspettata intelligenza.
E forza licantropi.

martedì 5 aprile 2016

Scade (con riserva) il bando della prima edizione del Concorso Transilvania



Si conclude oggi, con riserva, la prima edizione del Concorso Transilvania.
Un sentitissimo ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato, cercheremo di essere celeri nella valutazione dei racconti.

La riserva è dovuta al fatto che quasi la metà dei racconti sono arrivati negli ultimi giorni disponibili, e si era dunque ipotizzato di prorogare la scadenza di un paio di settimane per permettere l'arrivo di ulteriori candidature.

Visti gli ultimi sviluppi si potrebbe anche chiudere l'invio, ma verranno comunque presi in considerazione i racconti di chi contava sulla proroga cui si era accennato sui canali del Transilvania Project.

A tutti i partecipanti, buona fortuna.